VAM_vietato ai maggiori / restricted to minors
Group Exhibition, 23.05 - 07.06 / 2014. Centro Culturale Moon - Casa del Libro Rosario Mascali - Arcadia University -
Ortigia, SIRACUSA .
Diciannove artisti chiamati a realizzare singolarmente un’opera ciascuno, per una mostra rivolta ai bambini. Non una mostra a tema o a vocazione didattica (se non implicita), né dedicata ai bambini: è una mostra che, nell’idea e nella pratica, immagina, predilige e ricerca un pubblico di bambini. Posta la platea, spetta agli artisti misurarsi con essa: misura per misura, parafrasando Shakespeare.
L’arte è spettacolo? (Spettacolo = dal latino spectaculum, derivazione da spectare ovvero “guardare”).
L’arte degli ultimi decenni (l’arte cosiddetta contemporanea) salta dal guardare al riflettere e dal riflettere all’esperire per tornare al guardare. Guardando, lo spettatore entra nell’opera e la comprende. “Comprendere e creare vanno di pari passo” (Nelson Goodman, Vedere e costruire il mondo). Un comprendere che è“crescita in acutezza” (un progresso nel capire). Se c’è spettacolo, c’è uno spettatore, come in teatro. Chi gli spettatori? Nel mondo della produzione il prodotto si volge al target. Ci si chiede: per chi? Saperlo vuol dire centrare l’obiettivo: vendere, capitalizzare. Siamo nel solco tradizionale della distinzione tra produzione e consumo. Ma l’arte non è una merce per il semplice fatto che la sua forma è oscillante dalla materialità al contesto, ovvero “sono gli spettatori che fanno i quadri” (Marcel Duchamp). Il senso dell’arte, cioè, nasce dalla collaborazione, la negoziazione, la relazione tra l’artista e colui che viene a vedere l’opera. La spettacolarizzazione, la logica dello spettacolo rientra nei cambiamenti inerenti la globalizzazione economica che tende a trasformare in elementi di consumo le funzioni base della nostra vita quotidiana, ivi comprese le relazioni umane. L’arte cerca di spezzare la logica dello spettacolo per lo spettacolo, per un nuovo spettacolo: il mondo come esperienza da vivere. Per VAM - vietato ai maggiori gli artisti pensano ad un preciso spettatore, ad un pubblico di bambini. Questo sposta il loro modo di operare, li “costringe” ad una “negoziazione” con colui che verrà a vedere l’opera: lo spettacolo si misura con lo spettatore. L’artista si dà al suo pubblico di bambini e i bambini si danno all’arte come esperienza da vivere. Le Istituzioni museali rivolgono programmi e progetti ai bambini per avvicinarli all’arte. I musei d’arte contemporanea istituiscono al loro interno sezioni didattiche, fanno incontrare i bambini direttamente con gli artisti. VAM si inscrive in questo ambito ma con una modalità diversa: la didattica è implicita, non dichiarata. L’avvicinamento è nell’esperienza che il pubblico si da come pubblico.
La mostra si disloca in diversi siti di Ortigia ed è pensata come percorso che li unisce
e li mette in relazione.
V A M
RESTRICTED TO MINORS
23 May – 7 June 2014
Opening 23 May h 18:00
Nineteen artists, each called to realize a work of art, for an audience of children. Not an exhibit with a theme or with the goal of teaching (if not already implicit), not dedicated to children: it is a show which, in the idea and in the reality, imagines, prefers and seeks an audience of children. Given the orchestra, it is up to the artists to take this into account, measure for measure, paraphrasing Shakespeare.
Art is spectacle? (spectacle = From the Latin spectaculum, deriving from spectare — "to watch").
The art (so-called contemporary art) of the last decades jumps from watching to reflecting then from reflecting to experiencing and then returns to watching. Looking at the work, the viewer enters it and understands it. "Understanding and creating go hand in hand" (Nelson Goodman, Seeing and building the world). An understanding which is "growing in intensity" (progress in understanding). If there is entertainment, there is a spectator, as there is in theater. Who is the audience? In the world of manufacturing the product is directed at a target. The question is: for whom? Knowing this means arriving at the goal: to sell, to capitalize. We are in the traditional wake of the distinction between production and consumption. But art is not a commodity for the simple fact that its form shifts from materiality to the context, or, “the viewers are the ones who make the paintings" (Marcel Duchamp). The sense of art is, more accurately, a collaboration, a negotiation, a relationship between the artist and the person who comes to see the work. The entertainment factor, the logic of the spectacle, is a part of the changes inherent in the economic globalization that tends to transform the basic functions of our daily lives into consumer items, including human relations. Art attempts to nullify the logic of the spectacle-for-the-sake-of-spectacle, for a new spectacle: the world as an experience to be lived. VAM-restricted to minors. Here the artists imagined a precise audience, an audience of children. This simply shifts the way they operate, "forcing" them to a "negotiation" with the person who will come to see the work: the show is measured by the viewer. The artist gives herself to the audience of children and children give themselves to art as an experience to be lived. Museum institutes hold programs and projects for children in order to bring them closer to art. Contemporary art museums establish within them educational sections, they introduce the children directly to the artists. VAM inscribes itself in this realm but with a different modality: teaching is implied, not stated. The rapprochement is in the experience that the public has as a spectator.
The exhibit is hosted by Arcadia University, Casa del Libro Mascali, and MOON Cultural Center, acting as a journey or a route that connects them and puts them in relationship with one another.